lunedì 6 marzo 2017

Piccole grandi cose



Se mi metto in punta di piedi, mi riesci ancora a vedere.
Se mi metto in punta di piedi, riesco a scorgere le montagne, le Alpi, le vette alte che si affacciano tenere e secolari al risvegliarsi della Stella.
Se mi metto in punta di piedi, sento il rossore del mattino premere sulla mia pelle ancora pallida, e la luce pallida filtrare il rossore dei miei occhi stanchi allo scoccare della mezzanotte.
Se mi metto in punta di piedi, sento scrocchiare le foglie sotto il mio corpo, vive e morte al mutare di tono, da un brillante smeraldo a un’arida ambra.
Se mi metto in punta di piedi, sento la neve raffreddare la terra, perché l'inverno è arrivato e non lascerà il trono fino alla prossima primavera.
Se mi metto in punta di piedi, sento un fresco tumulto di vita irradiare il mondo, sento la brezza di Aprile pulire l'aria, e se mi allungo verso i rami più alti dove non potrei arrivare, se non con la fantasia, sento il velluto dei fiori di pesco sfiorare i miei polpastrelli ancora giovani.
Se mi metto in punta di piedi, sento il sole, i suoi raggi e la salsedine seccare le mie labbra, così assetate di Agosto e così piene di musica.

Se mi metto in punta di piedi, sento le lenzuola sfregare silenziosamente sulla mia pelle, mi giro cercando un punto più fresco sul cuscino, apro gli occhi e sono ancora qui in America, sono ancora immersa nella mia seconda, e nuova, e bellissima, e indimenticabile, e, e, e... vita.
Infatti, se mi metto in punta di piedi, ancora una volta, mi ritrovo di nuovo a sognare, pensare a casa questa volta.

In questi mesi in cui non mi si è sentita molto, è successo un numero indescrivibile di eventi, che altro non hanno fatto che arricchire il mio cuore di bellezza, come solo il bene può fare, sinceramente.
Ovviamente ho vissuto il Natale, e tutto ciò che gira intorno a questo giorno meraviglioso e magico, pieno di gioia e di pensieri, di limiti posti per non ferire e braccia spalancate per accogliere ogni errore e farne tesoro per imparare.
Questo Natale l’ho vissuto come mai prima, con non una ma ben due famiglie al mio fianco capaci di amare senza confini e pudore, dimostrando tutto l’amore che solo mamma e papà ti sanno regalare... beh... io davvero, ora di mamma e papà ne ho sinceramente due in più, perché Michelle e Jeff sono Mum and Dad 2.0, e hanno un ruolo indelebile nella mia vita. Mi hanno dato una casa, dove sentirmi coccolata, mi hanno dato il loro tempo, il loro sostegno economico... ma soprattutto la speranza che in questo mondo c’è davvero chi ti può amare in modo indescrivibile anche solo dopo 3 mesi e chiamarti figlia con gli occhi che brillano e si riempiono di lacrime quando è il momento di lasciare.
Capodanno arriva, e tutta la famiglia transita verso Nord per sciare... E quanto divertimento, risate, Blue Berry (chi ha orecchie per intendere, intenda), serate passate davanti al camino scoppiettante e a guardare la neve posarsi lieve sugli alberi caduti oltre il limite del bosco.
Anno nuovo vita nuova, dicono, e, infatti, Dad 2.0 l’ha preso alla lettera. Mattina del primo gennaio, dormo tranquilla e beata dopo una serata di festa... mi sveglia il rumore dei passi attutito dal robusto suolo di legno. Dad 2.0, infatti, sta avviandosi verso il camino per tagliare qualche ciocco di legna e nutrire la fiamma che ora è ancora debole tra sassi e cenere.
Passano pochi secondi e sento * did you really chop your finger?!*, salto velocemente giù del letto a castello e mi avvio in cucina, dove la famiglia è già riunita attorno a Dad 2.0, perché l’ha appena combinata, si è appena tagliato una falange con l’ascia... Bel modo per cominciare il 2017 eh?!
Dopo questo “piccolo” incidente ci si rialza, e si continua fieri verso un nuovo inizio, un nuovo anno, il 2017.

Passano una settimana, due... e finalmente arriva il mio compleanno, i miei diciotto anni, quel traguardo che mi è sempre sembrato così lontano, così intoccabile, impalpabile, proprio perché mi sono sentita costantemente più piccola della mia effettiva età.
Tutti mi hanno sempre detto, e continuano a dirmi, che dimostro più anni di quanti realmente abbia, ma nonostante ciò, mi confondo sempre quando si tratta di rispondere alla domanda: ”Quanti anni hai?”.
Spesso rispondo Sedici, anche se effettivamente ne ho già diciotto, ma perché proprio non ho la cognizione del tempo, e perché il tempo ultimamente mi sta scappando di mano.
 Ricordo quando andavo all’oratorio, o meglio, mi ricordo di quelle uniche due settimane della mia vita in cui ho tentato di approcciare il mondo dell’oratorio estivo, fallendo palesemente. Se ci penso, la prima immagine che compare nella mia mente è il numero 16 (vai a capire il perché poi!). Non sono mai stata in grado di comprendere il motivo per cui questo accadesse, ma ora credo di saperlo.
I ragazzi più grandi, gli animatori, si aggiravano tra i sedici e diciotto anni, e io, puffa di 10 anni o poco più, li ammiravo e sognavo cosa volesse dire sentirsi adolescente, sentirsi quella dall’altra parte dei miei occhi, quella ragazza di circa sedici anni che mi sembrava così incredibile e grande. Mi chiedevo spesso cosa significasse uscire al pomeriggio per il centro con il gruppo di amici, cosa volessero dire la frase “far serata” o quei termini strani usati per raccontare le avventure con fidanzati e fidanzate.
Mi ricordo tutti i pensieri che volavano veloci nella mia mente quando mi domandavo come e quando sarebbe arrivato il mio momento per essere guardata dai più piccoli nello stesso modo in cui io guardavo i gruppi di liceali. Ma se devo dire la verità, non credo sia mai arrivato quel momento per me. Non ricordo di essermi sentita più grande o aver visto il distacco da un giorno all’altro verso una Me Adolescente. E chissà, forse è per questo motivo ora che i diciotto sono arrivati, mi sento catapultata nel mondo dei grandi, e mi sento tale, senza un ricordo di transizione.

Comunque, tralasciando il perché dei miei pensieri a volte troppo strani, i miei diciotto non sono stati come li ho sempre immaginati, ma forse meglio.
Non ho avuto la festa da principessa che per non so per quale motivo, ho sempre pensato fosse stata d’obbligo per i diciott’anni, ma piuttosto ho avuto molto di più.
Ho avuto l’opportunità di rivedere mamma e papà, la nonna Luisa, la semi-nonna Marisa e lo zio Fausto dopo ben cinque mesi di lontanza!
E quando dico 5 mesi, vi assicuro che non sembra, ma sono tanti, proprio tanti, specialmente se li stai vivendo in un paese in cui, per quanto ti possa sentire bene, non è casa tua, e ogni volta che ci pensi, non sai se lasciar che ti venga il magone o se essere felice e orgogliosa della donna che stai diventando, orgogliosa di essere riuscita a superare ogni ostacolo messo sulla strada per farti tornare indietro.
Ovviamente la mia famiglia per i miei 18 anni è stato il regalo più importante e prezioso che avessi potuto ricevere, e sono orgogliosa tanto di essere cresciuta, quanto di avere una famiglia che, come la mia, mi ama e non importa cosa richieda, è pronta a solcare l’oceano per venirmi a trovare e per sentire le mie spalle farsi piccole tra le proprie braccia... ed è per questo che li amo.

         Questo post è diventato lunghissimo, ma proprio perché le emozioni non sono facili da tenere sotto controllo, e ho avuto necessità di parlare e scrivere, lasciando che questi tre mesi in silenzio finalmente tornassero ad avere voce.
In questi tre mesi tutto ha avuto una svolta. Nuovi amici, nuove emozioni e convinzioni, nuovi luoghi, nuova famiglia di nuovo, nuove relazioni e perché no, nuove paure e insicurezze, ma stavolta causate da un estremo benessere, un’estrema felicità che ho paura di perdere e non voglio lasciare o dimenticare.

Ora vi lascio perché ho una nuova giornata da vivere, ma se volete raccontarmi qualcosa, o anche solo commentare questo mio piccolo raccontarvi la mia vita, qui sotto c'è una casella per commentare, quindi perchè non provarci!
Vi saluto!
Un abbraccio stelle e strisce,

Veronica

mercoledì 23 novembre 2016

Step by step


Passo dopo passo... tutto parte da un passo.
Un passo a destra, uno a sinistra, uno ancora, un altro e poi... ancora un paio, altrimenti si perde l'equilibrio e si cade, e ci si fa male.
Tutto comincia con il movimento e la sfida contro noi stessi per raggiungere ciò che è lontano... Partiamo dal dimenarci nella culla per raggiungere la mamma, facendole capire che abbiamo bisogno di sentire il suo profumo e il suo petto sulle nostre guance.
Poi ci muoviamo, rotoliamo, strisciamo, e finalmente gattoniamo sentendoci indipendenti e capaci di raggiungere quel cassetto che da un po' ci chiediamo cosa nasconda, scoprendo magari che altro non contiene se non una rivista, un libro e un paio di pile scariche. Ma tanto non sappiamo che cosa sono quegli oggetti tanto colorati, e ci piacciono tanto, più di ogni altra cosa, proprio perché sono così nuovi e finalmente nostri.
Nulla di più bello di ciò che viene poche settimane più tardi... finalmente quei due piedini che pochi secondi prima erano a faccia i su, ora guardano per terra e sentono il freddo del pavimento e il brivido dell'ennesima novità, qui si cresce!
E pensandoci il mondo lo puoi vedere un po' meglio solo se ti alzi in piedi e ti fai lungo lungo camminando sulla punta dei piedi, e ancora, passo dopo passo, ti avvicini alla meta. E quando arrivi non ti sedere, cerca un'altra meta, una più lontana, una più difficile da raggiungere e ricomincia il tuo viaggio.

Questo è quello che mi sono detta prima di partire...
Stai lasciando la tua prima meta, stai lasciando quello che hai costruito camminando fino a qui, ora alza la testa, guarda un po' più in alto, e vai lontano, raggiungi la prossima tappa e dimostra a tutti che anche lì, nonostante tutto, nonostante le difficoltà, nonostante le nuvole che non ti faranno vedere la fine del percorso e vorranno convincerti a tornare indietro, vai dritta, sempre dritta, e soprattutto non abbassare mai lo sguardo.

Ora eccomi qui, mancano ancora un po' di strada per arrivare alla fine del percorso, e ancora meno per raggiungere la prima tappa, la metà della mia storia stelle e strisce.
Spesso mi guardo indietro, esamino tutti i passi che ho fatto, tanti tantissimi passi che mi hanno portato ad essere ME. Si impara crescendo, e io non posso ancora dire di essere cresciuta, ma piuttosto posso urlare a voce piena che mi guardo dentro e che mi esamino dall'esterno...e sì... qui si cresce.
É ancora in fase di sviluppo, ma sono più che sicura che quello che sta accadendo è la mia Crescita.

Mai come ora il mio IO vaga nell'incertezza, ma allo stesso tempo sa cosa sta facendo.
So quello che voglio e mi meraviglio di non sapere cosa mi manca.
Ho tutto il mio sogno, ma allo stesso tempo non ho nulla di ciò che volevo. Piuttosto ho molto di più.
Tengo stretto tra le mani ogni attimo che vola via, e proprio perché vola via, non posso perdere altro tempo a rincorrerlo, non mi posso permettere di sprecare i passi, sono contati, e li voglio vivere a pieno.

Lo so, può suonare strano, sembra che stia scrivendo frasi a caso, ma è proprio quello che provo in questo momento. Un turbinio infinito di emozioni e di pensieri, che stranamente e finalmente riesco a decifrare.
Sono dettagli.
Sono tutti dettagli.
Dettagli di una storia, dettagli di un frammento di vita, dettagli che costituiscono l'insieme, e spesso ti fanno stare meglio.
E di dettagli ne ho trovati di infiniti, li ho messi in un cassetto per non rischiare di perderli e a volte li ho trascritti su carta, per incatenarli alle mie ossa e impedire al tempo di trascinarli via con sé.
Ho raccolto dettagli di ogni genere, dettagli di felicità e di tristezza, di malinconia, di mancanze e di sorprese, di speranza, di rivalutazione, anzi, più di una rivalutazione, di ripensamenti e di decisioni prese di pugno, di arrivi, partenze, ritorni inaspettati e di perdoni.
Ho dettagli di voglie, di necessità e di negazioni.
Ho risate, pianti, gioie e anche qualche dolore.
E tutto questo non importa cosa ha comportato, comporta o comporterà. Che sia buono o cattivo, voglio ricordare tutto, ogni singolo attimo, ogni singolo dettaglio, ogni singolo passo.

E non posso fare altro che ringraziare chi è sempre stato al mio fianco.

Come mia mamma che anche con un semplice buongiorno ogni mattino e un "Notte cucciola" prima di addormentarsi mi ricorda quanto vuota sia la sua vita senza avermi tra i piedi.
Come mio papà che non si fa mai sentire perché ogni volta che mi sente, piange, e vuole risparmiare tutte le lacrime per Gennaio, quando verrà il giorno in cui ci rivedremo per il mio diciottesimo e potremo abbracciarci di nuovo.
Come le mie nonne e i miei zii, che stanno nell'ombra per non rubarmi tempo in questa immensa esperienza, ma farebbero carte false per venire ogni giorno per abbracciarmi e ricordarmi che ci sono, e che mi vogliono un bene immenso.
Come i miei amici, chi nonostante tutto è ancora qui, chi ogni tanto si ricorda di me e chi non ha mai smesso di pensare al mio ritorno.
Come chi se ne è andato ed è tornato con un chiaro Scusa, facendoti capire quanto puoi essere importante.
Come chi ha capito i miei limiti e li rispetta, sapendo cosa penso, quali saranno le mie prossime mosse e soprattutto é incredibilmente identico a me.

A tutti voi grazie, grazie di esserci stati ed essere ancora qui per me, tenendomi per mano e facendo tutti questi passi insieme a me.

Veronica



sabato 29 ottobre 2016

Ma lo sapevate...?

Giuro che sono viva.
Giuro che lo so, mi faccio sentire proprio poco, e che sono passata dallo scrivere qualcosa ogni tre o quattro giorni al farvi aspettare a volte quasi un mese, e mi spiace un sacco non rendervi troppo partecipi della mia vita qui oltreoceano, ma solo un Exchange Student può capire quanto sia difficile far scivolare tutto nel giusto posticino per riuscire a vivere la routine quotidiana che ci si è prefissati in solo 24 ore, senza lasciare le briciole.

Per briciole, ovviamente, non intendo le briciole di quel pane buonissimo che quando cammini per le strade dei nostri bei paesini italiani riesci a odorare da decine di metri in lontananza. Quel pane, quel profumo di farina bruciacchiata che rimane sul fondo del sacchetto marrone, quella crosta fratturata e ramificata in venature di croccantezza e la sensazione di appagamento quando il sabato la nonna ti porta in panetteria e ti compra la classica Michetta, e finalmente puoi affondarci i denti, puoi sentire il profumo direttamente sotto il tuo naso e hai raggiunto quel desiderio tanto aspettato, fatto solo e semplicemente di acqua, farina, sale e lievito, ma indescrivibilmente buono, e tuo.

Qui in America tutto è diverso, per davvero... e anche il pane, quel semplice pezzettino per fare la scarpetta, non è poi così scontato.
Giuro che non ho MAI visto una panetteria da quando sono arrivata, giuro che non ho ancora assaggiato mezzo boccone di qualcosa degno di essere chiamato PANE, perchè quello che chiamano "bread" è o il nostro "pan bauletto" by santa mamma Mulino Bianco o il "garlic bread" ovvero pane all'aglio.

E considerando che io e l'aglio non andiamo molto d'accordo, posso dire che sono passati due mesi da quando ho mangiato per l'ultima volta qualcosa che posso davvero chiamare PANE.
Ma nonostante tutto ho provato dei cracker whole grain (della serie intergrali al 300%) che sono spaziali e sono fatti letteralmente di semi, semini e avena. Sono talmente integrali che quando li mangi ti senti una gallina(senza piume o ali), o un cavallo(senza zoccoli o coda)... quello che preferite! :)

Ok, non so perchè ogni volta che mi metto a scrivere finisco per dire qualcosa che non c'entra nulla, tipo il pane in questo caso.... ma almeno ora sapete una cosa in più del paese stelle e strisce!
E di cose che non sapete DI SICURO sugli Usa vi assicuro che ce ne sono a bizzeffe!
Non ci credete..?
Ok.
•Lo sapevate che per gli americani il migliore e più comune formaggio DEVE avere la forma di uno stecchino? Già. Sono ossessionati dai "Mozzarella Strings"(ora tu, lettore, torni indietro di qualche parole e rileggi la parola MOZZARELLA, perchè qui in America ti scordi le doppie Z e L, e la R di r ha proprio poco, ma piuttosto sembra più una U.... quindi ripeti insieme a me... MOZAUELA STRINGS).

•Lo sapevate che il latte qui non si beve alla mattina, ma piuttosto durante i pasti..? NO, non sto scherzando. Ed è anche peggio, perchè il latte che le famiglie comprano è al 70% chocolate milk, in pratica il nostro Latte e Nesquik!
Ma non vi preoccupate, non mi converto. La mia anima italiana ci tiene a ricordarmi che la mattina si fa colazione con Latte e Cereali, non con Bacon & Eggs, e che a cena, con la carne alla griglia si beve l'acqua, NON IL CHOCOLATE MILK!
AAAAAAAH e quasi dimenticavo! Non esistono i cartoni o le bottiglie di latte! Qui il latte lo vendono in flaconi come quelli dei detersivi! Giuro! E poi si chiedono perchè i bambini si bevono i saponi!
•Lo sapevate che c'è ancora gente che è convinta che Spaghetti with Meatballs (che vi ricordo qui si leggono SPAGHERI) e Alfredo Sauce sono la cosa più italiana che ci sia, oltre a Pizza, Mafia e Berlusconi?! MA GLI SPAGHETTI CON LE POLPETTE, anche se Lilli e il Vagabondo se li mangiano felici, O UNA SALSA BIANCASTRA CHE DI ITALIANO HA SOLO IL NOME NON SONO ITALIANI!!!




















• Lo sapevate che ci sono ancora americani che credono che le nostre case sono fatte totalmente di pietra e terra ,e mi chiedono se in italia abbiamo la televisione e internet?! Ma dico io... non viviamo mica nel Burundi!

QUESTA É MILANO...
 NON QUESTA!

•Lo sapevate che lo stereotipo dei ragazzi strabelli vale solo per i giocatori di football, e non tanto per le cheerleader..? Quello che intendo è che se salendo sull'aereo per gli USA ci si aspetta di arrivare in una scuola americana e sentrsi il brutto anatroccolo che si divincola tra le bellissime cheerleader che tutti abbiamo conosciuto grazie a High School Musical, per noi ragazze, soprattutto se italiane, qualche chance in più per sopravvivere alla selezione c'è!!!

Infatti lo stereotipo qui si attenua un po', ma non si azzera a 0% di verità!
Ricordo che in High School Musical i ragazzi giocavano a basket, a parte qualche pischello che si destreggiava tra balletti, canzoni e tip-tap a ritmo di "Pop to the top", mentre nelle tv serie più conosciute i bellocci erano tutti concentrati nella squadra di football... beh, qui per quanto riguarda i ragazzi è proprio così, ad eccezione di qualcuno che ha preferito correre dietro ad una palla giocando a Soccer (il nostro calcio) piuttosto che fare quasi a botte per afferrarla giocando a football!




Ora la smetto qui con la serie dei LO SAPEVATE perchè non voglio svelarvi tutto subito, e perchè già so che da qui a Giugno scoprirò qualcosa di nuovo ogni giorno! E prometto che vi tengo informati, o almeno ci provo...

Volevo scrivere un post un po' più tranquillo rispetto al precedente perchè non sempre si può scrivere in modo personale e vagamente filosofico, altrimenti si stufa il lettore.
Ma a presto scriverò un post un po' più personale con tutto quello che mi è successo in questo ultimo mese, e giuro vale la pena leggerlo, perchè.... ARIA DI CAMBIAMENTI IN OGNI SENSO!!!!

Vabbeh, io vi lascio con l'acquolina in bocca!

Un bacio dalla ragazza oltreoceano!

Veronica

giovedì 6 ottobre 2016

Una mia riflessione. Nulla più.

I triangoli.
I triangoli sono la perfezione senza compromessi.
Sono piccoli, sono grandi, sono fragili o sono stabili... tutto dipende dalle prospettive, e dai gusti personali.
Volendo potrei ammettere che sono diversi per ognuno di noi, come per ognuno di noi sono diversi gli ideali e le aspettative.

Il triangolo è stabilità assoluta.
Ed è equilibrio instabile.
É il compromesso tra il sicuro al presente e la sicura insicurezza del futuro.

Credeteci o no, mi sto rendendo conto in questo luogo che ogni giorno mi appartiene un po' di più, che non c'è figura più perfetta del triangolo per tradurre quello che si prova stando oltre oceano, senza appigli, soli e persi come una lucciola nella notte.
Mi spiego.

Questa figura è una ma molteplice, e senza la propria materia tutto crolla. Un punto in meno e tutto si distrugge, tutto implode.
La mia vita, e la vostra, la vita umana e la vita in sè che ci circonda non può essere altro che chiamata TRIANGOLO.
Un perimetro, un'area, tre vertici e tre angoli con rispettive regole e parametri senza i quali il tutto non potrebbe essere ciò che per definizione e natura è.

L'area è il nucleo pulsante di tutto, la sostanza, la nostra esistenza. Senza un cuore non saremmo nessuno, tanto anatomicamente quanto spiritualmente, e il tempo non dovrebbe scorrere per noi, saremmo solo un pensiero indefinito che non ha ragione di esistere. Il cuore non a caso sta al centro, nel profondo, nascosto e protetto come se non volesse rendersi troppo vulnerabile. É incredibile la natura, sa perfettamente il male che si può provare per gli eventi da affrontare, e conosce benissimo la fitta che si sente al petto quando una parola in eccesso arriva dritta a rompere l'equilibrio... per questo il nucleo, la nostra Area sta così in fondo, così nascosta o così protetta.

Il perimetro è l'estensione della nostra storia e la catena di eventi che ci formano, e come nel triangolo fa per l'area, dà dei limiti al nostro vivere. Tutto quello che succede ci fa crescere e ci costituisce, che sia bene o male. La nostra storia si crea tratto dopo tratto,punto dopo punto, come del resto anche i lati del triangolo...

Tutto quello che accade e ci circonda, poi, succede per circostanze, e le circostanze sono determinate da chi siamo e dai Vertici del triangolo, ovvero gli effettivi apici che ci rendono Noi e non altri.
I punti più alti della nostra vita...?
La Famiglia, gli Amici, le Esperienze.

Senza i Vertici il triangolo è denaturato, e si trasforma in solo tre linee rette poste vicine senza un apparente senso, e come lui, anche noi non siamo niente.
Senza Famiglia non abbiamo radici e non abbiamo una strada da seguire, o perlomeno una cartina che ci indichi tutte le strade possibili per arrivare alla meta ; Non abbiamo stimolo e non abbiamo vita, perchè la famiglia è quella che la vita te la dà e non smette mai di renderla incredibile. Quando non c'è famiglia non c'è capacità di essere se stessi, e così non ci sono gli amici.
Senza Amici non abbiamo le risate e i ripensamenti, non abbiamo uno sfogo sincero, fuori dalla sfera della comprensione perchè è giusto così. Senza amici non abbiamo la felicità completa, e senza amici, soprattutto, non abbiamo nemmeno le Esperienze, perchè è con loro che si sbaglia e si prova.
Senza Esperienze non siamo nessuno, siamo solo un pallocino che si fa trasportare dall'aria senza badare all'altezza o a delle guglie troppo appuntite che potrebbero farlo scoppiare da un momento all'altro, giusto perchè non ha esperienza e non sa che la sua fine non è poi così impossibile.

Lo so che non è comune paragonarsi ad un triangolo, sopratutto se sei dall'altra parte del mondo e la gente non sa esattamente quello che provi e aspetta che tu scriva per tenersi al passo.
So anche che non ho scritto per un po' di tempo, ma quando ci si mette il cuore, tutto si blocca e la mente non ha da che pensare a stare bene, o perlomeno dare una mano al cuore a tirarsi su d'animo.

Questo mese di silenzio mi è servito a chiarire un po' le idee, a dare un po' di spazio a me stessa e a capire cosa davvero ho scelto di affrontare.

Per chiunque voglia partire, si prepari ad avere le tasche colme di quei bigliettini che alle elementari ti arrivavano con scritto "Hei ti voglio bene" o "vuoi stare con me? si no", di foto accartocciate, di caramelle prese al cinema e mai mangiate perchè erano il ricordo di una serata speciale, di quegli odiati centesimi rossastri che non ti ritroverai sparsi per la borsa per un anno intero e di quei 10 euro che la nonna ti dà ogni volta che sente la parola vacanza.... preparatevi a portare questo e tanto altro nelle vostre tasche, perchè vi servirà, vi farà sentire a casa, nonostante come a casa non vi sentirete mai. Se avete dello spazio ancora da riempire, allora buttateci tutti i ricordi che potete, perchè saranno l'appiglio nei momenti di crollo e la forza per ripartire.
E se riuscite, in più, lasciate vuoto quel taschino dentro la giacca che nessuno usa mai, quello vicino al cuore, perchè al ritorno, lo vorrete riempire della vita che vi siete costruiti da soli, con la vostra forza, mentre avete sfidato tutto e siete andati via.

Forza e coraggio, tutto costituisce Esperienza dopotutto!

Un Bacio,
Veronica


mercoledì 31 agosto 2016

Voglio guardare il cielo

Buongiorno o buonasera, comunque buon ultimo giorno di Agosto...
Sono passate due settimane da quando ho messo piede in territorio Americano, esattamente 15 giorni, e già tutto mi sembra così lontano...


Per tutti voi potrà sembrare un giorno come tanti altri, ma di sicuro non per me.
Domani mattina, sveglia alle 6:30, prepararsi e svuotare la mente dai pensieri e dalle ansie perchè per le 7:15 si parte verso la mia High School, la North High School of Sheboygan, il luogo dove finalmente tutto sarà completato, dove veramente saremo io e me stessa, a fronteggiare il mondo da sole.

Ashly, una delle ragazze che mi ospiterà durante questi 10 mesi, mi ha offerto un passaggio a scuola per domani mattina, ma la mia risposta...
beh, ho preferito continuare il percorso seguendo le mie proprie orme, la mia scia, usando questi "due piedini che mamma mi ha fatto" per continuare a crescere sulla mia strada.
Non è una questione di egoismo, ma voglia di diventare grande e raggiungere il mio obiettivo, quello di sentirmi adulta ed indipendente... ma devo costruirlo pezzetto dopo pezzetto, con le mie mani e con i miei piedi. Ecco perchè domani mattina camminerò verso scuola, e sarò tanto sola quanto accompagnata, perchè con me ci saranno non solo la mia cartella e la mia voglia di iniziare, ma anche tensione, ansia e paura di non riuscire a legare come vorrei... insomma, paura di rimanere da sola...
La solitudine non è parte del mio blog, perchè grazie a voi, anche se sono così lontana, mi sento sempre voluta bene, amata, ed è come se foste qui con me a spronarmi ogni minuto, ogni visualizzazione in più dei miei post.
Le mie parole trovano sfogo attraverso questa tastiera che si scalda con le mie mani, e attraverso il ticchettio dei tasti sento fluire verso le falangi tutti i pensieri che nascono nella mia mente e fiorire nelle catene di lettere che li rendono concreti.
Solitudine di certo non è una parola per tutti, ma se ho scelto di parlare di me per come sono veramente, non posso di certo omettere il mio passato, perchè è ciò che mi ha permesso di essere quella che sono ora, mi ha permesso di essere capace di combattere e non abbassare MAI lo sguardo...
Il mio passato è stato anche solitudine, non lo nego, come non nego che è stato difficile ma ho vinto io, e alla faccia di chi non credeva in me, QUESTA RAGAZZA CE L'HA FATTA e ora sta sfidando il suo destino e sta combattendo ancora, per avere il massimo dalla sua scelta, lasciare tutto e diventare grande!
E sapete che c'è...? Mi sa proprio che ce la farà, perchè non molla mai.
E se tutto questo mi è stato possibile, se ora sono in Wisconsin a vivere il mio sogno è soprattutto grazie a due persone, Mamma e Papà, che pur avedo asciugato lacrime e a volte immagino finto sorrisi, mi hanno alla fine sempre supportata, perchè ai sogni non si spezzano le ali...
e continuano a farlo anche ora

Dream until your dreams come true
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Però passiamo oltre!!!
In questi giorni in cui non vi ho scritto siamo state a camminare nei boschi, che qui chiamano HIKING

siamo andate al cinema a vedere Suicide Squad (<3)

ho preparato il VERO caffè italiano
E ho fatto la bella lavanderina e stirato per la prima volta DA SOLA, riuscendo a non bruciare nè vestiti nè casa!!!

proprio fiera di questi progressi!!!
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Lo so che stai leggendo, e si, sto parlando con te... sai che c'è... credo sia arrivato il momento, sfida accettata.
Per farlo non ci vuole solo il post adatto, ma ci vuole anche coraggio e forza... che TU mi stai dando ogni giorno, e che IO sto collezionando grammo dopo grammo, per essere pronta a trasformare quel "Colui" in un nome...
Ma nel frattempo, le nostre forze sono collegate con un filo, talmente sottile che l'oceano che ci separa potrebbe separarne ogni fibra, tanto quanto posarci la salsedine, anima dell'oceano stesso, per continuare a rafforzarlo con i suoi cristalli.

E se vuoi crederci, MIO caro Davide Dolcemascolo, il momento per il tuo nome è arrivato.


Buonanotte lettori, buonanotte a te.

giovedì 25 agosto 2016

Reazione a catena di sfoghi

Ritrovamenti sul retro di uno scontrino di caffè, macedonia ed acqua naturale.
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Ciao Mondo e ciao Tempo, ora sono sola, come dice la canzone "Me, Myself & I ".
Sono sull’aereo, sul mio United Express verso Milwaukee, l’aeroporto dove finalmente incontrerò la mia famiglia ospitante per l’anno a venire, e sono molto, immensamente, intensamente ed estremamente in ansia.
Sono partita da circa 20 minuti e ho già riso, pianto, avuto voglia di essere già arrivata, ma allo stesso tempo fortissima mancanza di casa, delle mie amicizie e dei miei nuovi affetti, di sentirmi coccolata dalla mia Italia, così ingannatrice e splendida allo stesso momento...

Lo spazio che ho per scrivere sta finendo nonostante le lettere che sto usando siano infinitamente piccole per farci stare tutto e gli scontrini siano estremamente lunghi, quindi cercherò di finire...
Ma se mai qualcuno leggerà quell0 che so scrivendo, se mai ritroverò questo pezzetto di carta perso sul fondo di una valigia, prometto di trascrivere tutto e rendervi partecipi.
Questo è un momento pieno pieno pieno di emozione, che spero riusciate a ricevere, perché vi mando tutto l’amore che ho, che in questo momento posso solo descrivere a parole, ma giuro che al mio ritorno non aspetterò un secondo a dimostrare.
Ho paura e ansia, ma voglio godermi tutto al massimo, quindi alziamo tutti il volume delle emozioni, e basta pensare o farsi aspettative, viviamo e godiamoci ogni momento, ogni sentimento e ogni occasione che ci viene data!

Un Bacio Lettori,


Veronica’s American Soul 
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Come avrete notato dalla frase iniziale, quello che avete appena letto non l'ho appena scritto, ma l'ho ritrovato sul retro dello scontrino fatto poco prima di salire sull'aereo da Newark verso Milwaukee, ovvero l'aereo che ha dato la vera svolta alla mia vita, l'aereo che per la prima volta mi ha fatto sentire sola e responsabile di me stessa, e che non a caso porto tatuato sul mio braccio.


Rileggendo le mie parole, impresse su quel pezzo di carta così pieno di tenerezza, mi sono accorta non solo di quanto sia grande l'avventura che sto per affrontare, ma anche di quandto mi manchi la mia Italia...
Non voglio cadere nella monotonia, scrivere quelle frasi strappalacrime che da un paio di giorni leggo su ogni social media, ma piuttosto VORREI essere capace di non pensare a nulla per un momento,  svuotare la mente e fare spazio...
Lo spazio vuoto?
Lo riempirei di pianto, per la mia Italia, che non ha mai smesso di essere triste pur essendo così incredibilmente bella...
Insomma, siamo sinceri... ITALIA...anche solo il suo nome suona così bene, è veramente il paese più bello del mondo...




         












 

E oggi come non mai dobbiamo starle ancora più vicini,
accanto a lei quando ci sono terremoti...
accanto a lei quando la mafia regna sovrana(sempre)...
accanto a lei quando il governo non dimostra di amarla veramente...
accanto a lei quando gli Italiani vengono messi in un angolo perchè le priorità diventano altre, o meglio, ALTRI...
accanto a lei sempre...

Detto questo, un bacio.

Veronica